L’hotel dell’orrore

La situazione precipita velocemente rispetto a ieri
Il quarto tampone consecutivo da un’esito positivo rimarcando la totale inattendibilità di questo metodo diagnostico.
Ho il primo tampone negativo, il secondo positivo, il terzo negativo, il quarto positivo. Non c’è logica.

Parte tutto il protocollo sanitario, mi avvertono che devo tenermi pronto.
Intanto tengo i ragazzi all’oscuro del risultato per non distrarli dal match, pensano ancora che io possa arrivare ad un certo punto al palazzetto.

Si comportano bene, fanno tutti bei match e Fornasieri, Gramiccia e Borando ci regalano tre importanti vittorie.

Arrivare ai quarti è un punto di svolta, chi vince il prossimo è a medaglia, in più entreranno in campo anche le nostre Norcia e Corradi.
Chiunque vinca il prossimo match è sul podio!

Mi vengono a trovare Fornasieri e Caldarera, gli dico che il tampone è positivo e che verranno a prendermi.
Rimangono attoniti, non so dirgli dove mi porteranno, non so nulla, nessuno ti dice nulla.
Ho deciso di iniziare lo sciopero della fame per protesta a questo modo assurdo di gestire le cose, sono già 48 ore che non mangio.
Spesso si sono dimenticati di portarmi il cibo ed io non sono abituato a chiederne, ora quando si ricordano non lo accetto, va bene così, digiunerò.

Mi arriva una telefonata dalla reception, mi dicono di tenermi pronto perché mi devono trasferire in un hotel dell’orrore, un Covid hotel.

Mi richiamano e mi dicono di scendere, un taxi mi porta in un altro hotel, non ho avuto modo di salutare nessuno, è la nuova normalità in cui un sano deve dimostrare di non essere malato.

Arrivo al triage, c’è gente che tossisce…io no, non ho mai avuto nulla ma loro vogliono convincermi che non sia così.
Vedo una ragazza della nazionale russa, chissà quanti saremo qui dell’IMMAF, nessuno può saperlo perché non ti dice nulla nessuno.
100 atleti non sono proprio arrivati perché bloccati a casa loro, di quelli invece tradotti verso l’hotel dell’orrore non si possono avere i numeri.
Tutto deve essere tenuto sotto la cenere.

L’infermiera mi chiede come mi senta. Rispondo che sono sempre stato bene e che continuo a stare bene nonostante le loro assurdità.
Mi da un kit con vitamina C, vitamina D, paracetamolo…l’every day carry del malato immaginario.
L’hotel è di lusso ma dismesso, tutto puzza di malattia, di fetido.
Le porte all’ingresso sono tutte spalancate, vedo che ci sono delle guardie, non si può uscire, prendo l’ascensore, arrivo al piano e mi metto a pensare:

Come ha fatto la razza umana a ridursi così?

[continua…]

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